1. SORGENTI DEL RUBICONE
Le sorgenti del Rubicone si raggiungono percorrendo l’itinerario n.4. Si trovano in un piccolo spiazzo tra i boschi particolarmente indicato per una sosta e attrezzato per i picnic.
Il fiume Rubicone è simbolicamente legato alla storia della civiltà umana: quando Giulio Cesare l’11 gennaio del 49 a.C. lo attraversò in armi, pose fine al al governo repubblicano e diede inizio a un impero che avrebbe influenzato il mondo per i secoli successivi.
Dalle sorgenti del Rubicone si giunge facilmente al noto Passo dei Meloni, un caratteristico crinale da cui la vista spazia in tutte le direzioni.
2. PONTE ROMANICO
Il Ponte Romanico si raggiunge percorrendo l’itinerario n.13 o l’itinerario n.14.
Di epoca medievale (costruito probabilmente attorno al 1000 d.C.) è realizzato in pietra concia, con arco a tutto sesto. E’ stato restaurato intorno al 1750 e poi ancora nel 2005. Era l’antico punto di collegamento tra le alte terre di Romagna ed il Montefeltro; era utilizzato anche per il contrabbando di polvere da sparo, mistrà (anice) e tabacco. Accanto al ponte si trovano ancora i ruderi dell’antico Mulino Tornani, costruito in arenaria locale.
Il Ponte Romanico rappresenta uno dei punti più affascinanti del territorio soglianese ed è luogo ideale per una sosta. Qui il fiume conserva angoli di rara bellezza, caratterizzati dalla presenza di salti e cascatelle e delle cosiddette “Marmitte dei Giganti”, suggestive gole formatesi nel corso dei secoli per l’azione abrasiva dei ciottoli. In estate è possibile fare il bagno.
3. ABBAZIA DI MONTETIFFI
La millenaria Abbazia di San Leonardo si trova nel borgo di Montetiffi; si raggiunge percorrendo l’itinerario n.13.
Sorge sulla sommità di un’alta rupe, edificata a metà del secolo XI in onore dei santi Martino e Bartolomeo e donata ai monaci di San Benedetto, che qui vissero seguendo il motto “Ora et labora”. L’abbazia è uno dei monumenti romanici più importanti dell’Emilia-Romagna per antichità e bellezza. La massiccia torre campanaria, di forma quadrangolare, è alta 21 metri. L’atrio d’ingresso, che conserva il primitivo disegno a volta, ospita un pregiato fonte battesimale del secolo XVII. All’interno si possono osservare in una nicchia e nella sacrestia del presbiterio importanti affreschi di scuola trecentesca riminese, raffiguranti i santi Leonardo, patrono del paese, vestito in dalmatica, Benedetto, patrono dell’ordine dei benedettini, Giovanni Battista, Giuditta e Scolastica. In un’altra nicchia è conservato l’antico stipite dell’altare, datato 1120 d.C.; sono presenti anche interessanti epigrafi del XIV secolo.
Da tutt’intorno alla Chiesa si può ammirare un vasto e piacevole paesaggio; spiccano la Rupe dell’Archetta e la particolare conformazione rocciosa del Monte Aquilone (Perticara).
4. MARMITTE DEI GIGANTI
Le Marmitte dei Giganti si raggiungono percorrendo l’itinerario n.13 o l’itinerario n.14.
Montetiffi fa parte di un’area naturalistica protetta, caratterizzata da un notevole corredo faunistico e vegetale. La zona è attraversata dal Torrente Uso, che manifesta aspetti di erosione molto interessanti e spettacolari: in alcuni punti, ad esempio nella zona intorno al Ponte Romanico, l’acqua scorre fra piccole e suggestive gole dette “Marmitte dei Giganti”, formatesi nel corso dei secoli per l’azione abrasiva dei ciottoli; esse danno al paesaggio un carattere quasi lunare. Con la bella stagione è possibile fare il bagno e prendere il sole.
5. NOCCIOLO CENTENARIO
Il Nocciolo centenario si raggiunge percorrendo l’itinerario n.11, un circuito ad anello che gira intorno alla frazione di Savignano di Rigo.
Il località Aia Bella sorge un Nocciolo plurisecolare (Corylus Colurna o Nocciolo di Costantinopoli) alto ben 25,30 m e con una circonferenza al tronco di 3,5 m. In base alle conoscenze attuali risulta essere, tra gli alberi di questa specie recensiti ufficialmente, il nocciolo più alto del mondo. L’ampiezza della chioma e la circonferenza del fusto testimoniano che l’albero è anche estremamente vecchio, certamente uno dei più vecchi al mondo tra tutti gli esemplari conosciuti di Corylus Colurna. Attualmente è in buone condizioni di salute. Questa particolare specie di nocciolo ha una crescita molto lenta ma col tempo raggiunge un’altezza media di 12-15 metri, superiore a quella delle altre specie di nocciolo. In estate produce frutti edibili.
6. VASCA DEI TRITONI
La vasca dei tritoni si raggiunge percorrendo l’itinerario n.9 o l’itinerario n.16, attraverso una breve deviazione dal sentiero principale. In un vascone di pietra di origine naturale vivono vari esemplari di Tritoni (Triturus carnifex): si tratta di piccoli e simpatici animaletti anfibi, simili a salamandre. Essi vivono solamente in acque ferme caratterizzate dall’assenza di pesci e di inquinamento. E’ importante non alterare l’ambiente in cui vivono i Tritoni per non pregiudicarne la sopravvivenza.
7. PASSO DEI MELONI
Il Passo dei Meloni si attraversa percorrendo l’itinerario n.5 o l’itinerario n.6. È un lungo e spettacolare crinale, bianchissimo di giorno quando illuminato dal pieno sole, quasi azzurro la notte quando illuminato dalla luna. Unisce la Valle del Savio e la Valle del Rubicone e percorrendolo si possono ammirare bellissimi scorci panoramici che arrivano fino al mare. La zona è caratterizzata dalla presenza di numerosi calanchi, peculiari formazioni geomorfologiche di erosione prodotte dal dilavamento delle acque in terreni argillosi con scarsa copertura vegetale.
8. FOSSE DEL FORMAGGIO
Le fosse del formaggio si possono visitare prima della partenza per l’itinerario n.2 o per l’itinerario n.4.
Il Formaggio di Fossa è il simbolo gastronomico di Sogliano al Rubicone. La sua affascinante storia si perde nel tempo. Le prime testimonianze risalgono al Rinascimento, quando veniva infossato insieme al grano; nel Settecento a Sogliano la sua produzione era già molto alta ed era considerato un piccolo tesoro. Le tecniche di infossatura si sono da allora sempre più raffinate e recentemente questo prodotto d’eccellenza romagnola ha ottenuto la Dop con la denominazione “Formaggio di Fossa di Sogliano DOP”.
Durante i tre mesi di maturazione il formaggio infossato subisce trasformazioni fisico-chimiche che gli conferiscono aroma e gusto inconfondibili, oltre a migliorarne la digeribilità. La sfossatura tradizionalmente coincide con la festa di S. Caterina d’Alessandria, il 25 novembre.
Il formaggio di fossa dà il meglio di sè quando è abbinato a ingredienti che ne esaltino tutto il sapore, quali miele e fichi caramellati, accompagnati da un buon passito.
9. TEGLIE DI MONTETIFFI
Derivante dal latino “testum”, che significa “frammento di terracotta”, la teglia (o testo, appunto) è un largo piatto di terracotta su cui tradizionalmente si cuoce la piadina romagnola, il pane soffice e sottile, caldo e profumato, che accomuna tutte le terre di Romagna.
“Prima si fa il fondo, poi si fa l’orlo, quindi le orecchie: ecco fatta la teglia”. È secondo questo vecchio adagio che le mani del tegliaio fanno il loro lavoro. Un piccolo capolavoro che da centinaia di anni accompagna la vita quotidiana della gente di Romagna. Risalgono infatti al Rinascimento le prime testimonianze scritte riguardanti le teglie di Montetiffi; ma di certo la sua origine è molto più antica e va di pari passo con la storia della piadina.
Un mestiere apparentemente umile, quello del tegliaio, che a Montetiffi ha raggiunto la forma di arte, e che, per fortuna, ancora si preserva: a Ville Montetiffi esiste infatti l’ultimo laboratorio di tegliai. E’ possibile fare una visita al laboratorio, previo appuntamento, facendo una breve deviazione dall’itinerario n.12.
10. CONCAVITÀ DI LEONARDO
Percorrendo l’itinerario n.2 o l’itinerario n.3 si passa per il bel Parco San Donato di Vignola, dove sono presenti due “concavità”, incavature coniche scavate nel terreno che servivano nel Rinascimento ad amplificare i suoni dei corni; i pastori romagnoli a quel tempo le usavano per comunicare a grandi distanze. Alla base della struttura è presente un pulsante che può attivare il meccanismo sonoro; è così possibile riascoltare quegli antichi suoni.
Le concavità sono state realizzate basandosi sui disegni del grande artista e scienziato Leonardo da Vinci (1452-1519) che nel 1502 visitò la Romagna. I fac-simili di questi disegni, insieme ad altri, sono conservati nel “Museo Leonardo da Vinci e la Romagna”, all’interno del Palazzo della Cultura di Sogliano al R.
11. MINIERA DEL CAPANNACCIO
Seguendo l’itinerario n.4 si può decidere di raggiungere, attraverso una deviazione, l’ingresso dell’antica Miniera di carbone del Capannaccio, aperta dal 1790 al 1942. Molti ignorano che già dal Settecento erano attive a Sogliano tre importanti miniere: oltre a quella situata in località Capannaccio, ce n’era una a Montegelli e una a Montetiffi. Queste miniere costituivano un’imprescindibile risorsa economica per le popolazioni del luogo ed hanno influito notevolmente sulla storia locale. L’Associazione Miniere Sogliano è nata con l’intento di mantenere viva la memoria di questa pagina di storia; a questo scopo ha aperto a Sogliano il Museo Minerario, che comprende minerali, vecchie pubblicazioni, antichi manoscritti, attrezzature tipiche usate dai minatori e una mostra di fotografie d’epoca.
12. SASSONI DI MONTEPETRA
All’entrata del piccolo abitato di Montepetra, subito all’inizio dell’itinerario n.10, è possibile ammirare i cosiddetti “Sassoni”, rocce sedimentarie composte di sabbia, ghiaia, detriti e resti di organismi animali e vegetali. I geologi ritengono che la loro formazione risalga a vari milioni di anni fa. La particolarità dei “Sassoni” è la presenza in essi di grandi conchiglie fossili, che richiamano turisti e ricercatori.
13. TOMBA DI DECIO RAGGI
L’itinerario n.11 passa davanti al piccolo cimitero di Savignano di Rigo. In esso si erge la grande tomba dedicata a Decio Raggi, prima medaglia d’oro al valor militare della Prima guerra mondiale. Nello stesso cimitero riposa Gregorio Buda, nipote di Decio Raggi, perito eroicamente durante la Seconda guerra mondiale. Il Museo della Linea Christa di Sogliano raccoglie vari reperti che raccontano la loro storia. Sono stati pubblicati anche due libri che raccontano approfonditamente la vita di questi due uomini, che si sono sacrificati insieme a molti altri.
14. GHIACCIAIA
L’antica ghiacciaia di Sogliano si può visitare prima della partenza per l’itinerario n.2 o per l’itinerario n.4., su prenotazione presso l’Ufficio Turistico.
Questo antico manufatto storico, interamente in mattone posato a cerchi concentrici, è stato riportato recentamente a nuova vita grazie ad impegnativi lavori di restauro. Si tratta di una concavità interrata ellissoide, avente un raggio massimo di m. 3.30 e un’altezza totale di m. 7.56. Al centro dello sviluppo in altezza si apre la porta di ingresso dalla quale, tramite una scala in pietra perimetrale a sbalzo, si poteva scendere alla base della ghiacciaia. La costruzione risale probabilmente ad un periodo compreso fra il 1450 ed il 1550, in piena dominazione malatestiana. È stata usata fino in epoca moderna per la conservazione di alimenti che richiedessero l’azione refrigerante del ghiaccio. L’inerzia termica garantita dalla robustezza delle murature e dall’interramento contribuiva alla conservazione delle merci e al mantenimento della temperatura.
15. FONTANA DELLE FARFALLE
L’itinerario n.2 e l’itinerario n.4 partono dalla Piazza Matteotti di Sogliano. Qui si ammira la pregevole Fontana delle Farfalle, opera ideata dall’artista Tonino Guerra e inaugurata in presenza dell’autore nel 2003. È divenuta uno dei simboli di Sogliano; rappresenta un grido contro l’orrore della guerra e un canto alla vita. In una vasca circolare di marmo nero è adagiata una farfalla in mosaico, sopra la quale si intrecciano getti d’acqua. “Sopra un tappeto, arrivato in Romagna dal deserto africano, alcune farfalle vogliono staccarsi e prendere il volo” – Tonino Guerra.
16. LAVATOIO DI MONTEPETRA
Il Lavatoio di Montepetra si incontra percorrendo l’itinerario n. 10, in un punto in cui il sentiero lascia la strada per volgere verso Montepetra alta.
Può essere considerato un “luogo della memoria”, punto di ritrovo d’altri tempi. Oltre ad essere opere indispensabili per la vita delle generazioni che ci hanno preceduto, i lavatoi erano infatti anche luoghi di socializzazione, di scambio di notizie e di chiacchiere.
Il Lavatoio di Montepetra è stato restaurato nel 2006. Attualmente, grazie anche alla piccola area di sosta adiacente, costituisce un punto di richiamo per i cicloturisti in cerca di ristoro e di suggestivi scenari naturalistici.
17. PARCO SAN DONATO
Il Parco San Donato, in frazione Vignola, si raggiunge percorrendo l’itinerario n.2 o l’itinerario n.3.
Il parco è dotato di un percorso panoramico naturalistico e di uno spazio riunione in muratura e legno.
Vi si trovano due “concavità” realizzate in base a disegni di Leonardo Da Vinci: si tratta di incavature coniche scavate nel terreno che servivano anticamente ad amplificare i suoni dei corni; i pastori romagnoli a quel tempo le usavano per comunicare a grandi distanze. Alla base delle cavità gli utenti possono attivare la propagazione acustica di suoni tradizionali, simili a quelli emessi con i corni dai pastori del Cinquecento.
All’interno del parco si trova anche il piccolo Oratorio di S. Donato, sul quale è disegnata una meridiana artistica, ossia un orologio solare. Il disegno è totalmente ispirato alla pace: è realizzato coi colori presenti sulla bandiera della pace, che disegnano un’allegoria di ventun colombe bianche in volo su sfondo azzurro; il numero è legato al 21 giugno, giorno del solstizio d’estate.
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